mercoledì 18 settembre 2013

Uccido per non morire, sciolgo spire per continuare a Vivere..

Altri livelli, più o meno alterati,di coscienza, consapevolezza forte e densa, dolce come miele e cruda e amara, come tarassaco appena colto, ma come questo, non può che avere un effetto benefico..

la vidi tempo addietro e stetti per giorni a pensare a lei, fu amore appena la ebbi tra le mani, possente e sensuale, carica di violenza, assetata di sangue ma non gratuito, non senza uno scopo, unicamente per preservare la vita di colui che la impugna.
Chiede il 100 poichè il 100 dà senza alcun risparmio.
Fu in quel momento che capii che non avevo mai impugnato una vera spada prima di lei, oscura e lucente Ammazzademoni.

Me ne resi conto al primo seminario, benchè abituato con Kalashi, una Hanweei , animale da taglio cruento, presente e più in carne, più rotonda nel suo acciaio doppia tempra.
Ammazzademoni, femmina ardua da tenere, che se non sei con lei all'unisono prende il sopravvento, conduce lei il gioco e ti porta dove vuole la tua disattenzione, spesso a pochi millimetri dal suolo di cemento di quella fantastica arena in mezzo ai cavalli che ci osservavano.

Una lama impegnativa, che subito mi ha chiesto nella mia totalità, impegnativa, bellissima..emozioni indescrivibili per quanto possa tentare di dargli una forma, ma forma non hanno.

Esausto dopo qualche ora a danzare selvaggiamente con lei, un pò timidamente, come una donna al primo incontro, almeno da parte mia,e lo ha capito ma, questa è la sua natura..non ci sono mezze misure. devo giungere al suo livello per danzare melodie furenti e dense di amore e morte.

Nel suo essere mi ha mostrato dove stanno ancora le spire del drago da srotolare, un dolore dolce che crea un sorriso ringhiante, come il suo ruggito da Orso, nella penombra del dojo quando ci incontrammo la prima volta..e come scordarlo..

mi accompegnerà nel mio cammino guerriero, nell'ammazzare demoni e nello srotolare le spire ancora attorcigliate del drago, non dimenticando mai, e poi mai la bellezza fragile dei crisantemi, la loro voglia forte del vivere e del morire, rendendo a entrambe omaggio.

Oss!!
Giovanni


Last Legend Bear Katana
Peso, circa 1.200 gr 
Lunghezza lama, circa 75 cm
Forged/Folded  8192 Strati
Stile lama:  Shobu Zukuri
Trattamento di Criotempra aggiuntivo, robustezza della lama migliorata
Fuchi (anello tra impugnatura e tsuba)  Originale Giapponese periodo EDO - Motivo fiori di Crisantemo "kiku"
Kashira  Corno di bufalo
Tsuba  Originale Giapponese periodo EDO  - Motivo  Dragone/Spada
Menuki - Giapponese riproduzione moderna,  ferro e oro - Motivo fiori di Crisantemo
Tsukaito - Seta Giapponese nera

Lavori aggiuntivi:  La tsuka e' stata accorciata per permettere un'impugnatura piu' adeguata al tipo di lama,  inoltre e' stata ritrecciata professionalmente. Il tutto evita l'effetto "Salame" che si ha quando si impugnano spade Cinesi.

Nell'insieme si tratta di una lama di peso importante,  con sori molto pronuciato,  che nella pratica si trasmette in un bilanciamento decisamente avanzato rispetto alla tsuba, volto ad una capacita' di taglio eccezionale.  La ritrecciatura inoltre da un notevole feeling di solidita' della tsuka.

La Spada, porta il motivo Kiku (crisantemo) e Drago Arrotolato. Il Crisantemo, simbolo di morte in Europa (fiore utilizzato nei funerali) ma simbolo di festa in oriente (fiore utilizzato nei matrimoni) e' inserito nel koshirae per dimostrare la dualita' stessa della vita, e la coesistenza di due antitesi,  come mostrato nella filosofia taoista dal simbolo Yin-Yang (equilibrio degli opposti).  Il drago arrotolato e' la potenzialita'
di Potenza/Saggezza che sono presenti nel marzialista,  che tramite la pratica nell'arte della spada (anche attraverso momenti di tristezza/felicita' inseriti col motivo del crisantemo) sviluppa il suo "drago" che lentamente scioglie le sue spire.

E' una lama molto particolare ed elegante e sobria nei colori, grazie anche al same' e tsukaito neri,  Il colore predominante oltre al nero e' l'oro antico,  inserito nella tsuba e menuki,  per farne risaltare volutamente il colore prezioso. 
Il periodo Tokugawa (1603 - 1867) indica quella parte della storia del Giappone in cui la famiglia Tokugawa detenne, con lo shogunato, il massimo potere politico e militare nel paese.
L'epoca Tokugawa è meglio nota come periodo Edo, dal nome della capitale shogunale, Edo appunto, ribattezzata Tokyo nel 1869, mentre lo shogunato è anche noto con il terminebakufu.
Iniziò con la battaglia di Sekigahara (1600), o meglio con l'assunzione del titolo di Shōgun da parte di Tokugawa Ieyasu, nel 1603, e si concluse con la caduta dello shogunato dei Tokugawa e la restaurazione Meiji, ovvero l'assunzione del potere politico da parte dell'imperatore (dopo che per molti secoli gli imperatori giapponesi erano rimasti figure solo simboliche, prive di ogni potere reale).

giovedì 15 agosto 2013

Unità

Bovisa, 15 agosto 2013.
Terzo giorno nella nuova tana, una mansarda al 3° piano e mezzo, diciamo che anche in base a ciò ho deciso di regalare dei mobili a mio fratello e tenere quelli che già erano quì.. Sto scoprendo molto su me, sulle mie capacità, sulla ricerca spesso troppo mentale che perde di vista ciò che io sono.
Ricordo in dojo, agli inizi della pratica, le movenze (che ancora si vedono più o meno marcate) del duro contro duro, come se avessi un corpo di 90 kg di muscoli..che non è detto che vinca e distrugga ogni volta ma che è alquanto controproducente credersi dei giganti quando la mia essenza, è un corpo di poco meno di 60 kg, e all'epoca ben pochi i muscoli densi. Attuavo come un kamikaze..ovviamente a perdere..BANZAIII!!! l'umiltà,  ardua consapevolezza doverosa per un armonia e una conoscenza di me e degli altri. Mi viene alla mente anche la mia ricerca di amori difficilissimi e complicati, forse un forte ego o una voglia di rivalsa che mi illudeva di credere nell'impossibile, che non è un male, semplicemente è un sogno, ma non si può cavalcare una tigre se non si è in grande di stare in groppa a un puledro.

In questi anni sentivo ogni estate il peso della chiusura dei corsi ZNKR, inizialmente anche ora mi è dispiaciuto, ma mi sono ritrovato in grado di fare ciò che a me necessita per un costante benessere psicofisico e una continua ricerca. E sorrido ogni volta che penso a quanto è ancora la strda da percorrere. Ouspenky nei suoi frammenti, le mie letture estive mi fa riflettere molto su me, sul mio stare al mondo, sul quì e ora, su dove sto andando, da dove vengo,cosa attuo nel fare e sfronzolo i sogni, avendo una forma più unita ciò che io voglio, non desidero sia chiaro, non è un astrazione, bensì sono stelle da seguire nella notte senza luna, comete lucenti..consapevole che ag  ogni bivio dovrò lasciare un percorso intrapreso ma sapendo sempre quale seguire, e anche al buio illuminerò così ogni via.

bando ai filosoffeggiamenti da due lire, che sono pure fuori corso ormai ;) e mi accorgo che questa tana è ciò che serve a me, non troppo piccola, non troppo grande, in quartiere popolare e multietnico, ben collegato e cosa importante, non mi dissangua economicamente. E' alla mia portata e mi consente di vivere, non sopravvivere.

Ogni tanto coi piccioni sopra il tetto sentori di Ghost Dog..musichette degli RZA scandiscono il ritmo.

Certo non è la perfezione questo mio giaciglio ma forse io lo sono?
continui ritocchi emesse in sesto, accorgimenti e mai nulla per scontato..mi sprona a fare lo stesso con me.

Imparo ad accogliere, che ultimamente molti mi dicono che ho questa particolarità accentuata, e ciò che accolgo poi lo metto in circolo dopo averlo assaporato e smussati dei possibili spigoli pericolosi, spigoli dell'altro, spigoli che ancora io ho da scolpire e arrotondare in me.

"allorchè il sapere sorpassa troppo l'essere, esso diventa teorico, astratto, inapplicabile alla vita; può anche diventare nocivo, perchè invece di servire la vita e aiutare le persone a superare le difficoltà questo sapere comincia a complicare tutto; di conseguenza non può che apportare nuove difficoltà, nuovi turbamenti ed ogni sorta di calamità che prima non esistevano.
La ragione di ciò è che il sapere, quando non è in armonia con l'essere, non potrà mai essere abbastanza grande, o per meglio dire, sufficientemente qualificato per i reali bisogni dell'uomo. Sarà il sapere di una cosa legato all'ignoranza di un altra, sarà il sapere del particolare legato all'ignoranza del tutto, il sapere della forma che ignora l'essenza."

                                                                                                           P.D.Ouspenky
FRAMMENTI DI UN INSEGNAMENTO SCONOSCIUTO

 








lunedì 12 agosto 2013

La madonna e il lupo

Dodici ore di viaggio, Milano. Caldo trucido che lascio fiducioso, ogni indumento è impregnato di umidità e sudore, il bus segna 36° alla partenza, sono circa le 18.30.
Il Sole coi suoi tempi pacati cede il passo alla luna, femmina splendente nel Cielo..





Le 6 del mattino, a Campotenetese si respira un aria quasi fredda, in quei 16°, un migliaio di kilometri più a sud. Quasi surreale.
Dormo poco e male nel viaggio ma i miei zii e il paesaggio mi fanno presto scordare il calvario, 45 minuti e arrivo Orsomarso.
Un accoglienza affettuosa, sorrisi veri e pianti e i ricordi a poco si smuovono sismicamente in me, tra quelle “vanedde” di pietra lastricata e porfido e le mie membra, ogni parte di me, non vuole assopirsi.
Mi avventuro nella frescura del primo giorno per gli intricati saliscendi in pietra, compro del tabacco scambiando gentilezza e sorrisi complici con la figlia della tabaccaia. Non so se sono di rito o meno, non importa, fanno semplicemente piacere.
Via! salgo sul vecchio orologio come facevo ai tempi, apro il cancello che è stato chiuso, per le vie poca, ma davvero poca gente..sovrasto il paesello, osservo, respiro e fotografo, e trovo una piana in cima, tra dei giovani e forti olivi che si fanno strada nonostante le impervie e dure rocce. Posso dilettarmi con la 1° forma di WC, lavori sui femori, peng, ricerca interiore.
Il suono del vento come compagnia, a lui si uniscono cicale e grilli, i movimenti furtivi delle lucertole e un vecchio trattore brontola lontano.



Mi accendo una sigaretta, appena sceso da lassù, nella piazzetta sottostante e ancora, come uno stronzo, fumo.
Non ho voglia di tornare in casa, ho sete di emozioni, fame di esplorare, mi avvio così, verso il fiume Argentino, nel selvatico parco dell'Alto Tirreno. Sento forte il mio Dio (o il mio Diavolo?), certo è che l'animale in me esulta e gioisce del tutto.

Lauto pranzo in famiglia, poi via sui monti, nella contrada di Scorpani, da dove proviene tutta la mia famiglia paterna, a trovare parenti che non vedo da anni, a saziarmi di ospitalità e bagordi in allegria,quì sono venuto ogni estate fino a 16 anni.
Il calore delle origini, le radici affondano nella Terra.

Scambi di emozioni sincere, dolori e gioie nel ritrovarsi,e di poco ritardo per lo sgozzamento di un agnello..ancora caldo aiuto come se nulla fosse e sapessi farlo da tempo immemore a scuoiarlo della pelle, aprirne la carcassa ancora calda, e tagli di scure fanno zampillare il suo sangue sul mio petto nudo, sul mio viso acceso. Teresa taglia con maestria chirugica, nulla è dato al caso, tutto fatto col cuore, affonda i coltelli nel corpo dell'animale mentre noi maschi teniamo saldo quel corpo ormai privo di vita. Tutto è collaborazione, Pasquale pochi minuti prima glielo aveva sorretto ancora vivo in maniera che lei recidesse l'aorta.
Il Sole alto nel cielo, ora la Luna attende, poiché ella senza il Sole sarebbe solo un disco opaco nell'immenso.

Vino rosso, cibo casereccio, mangio a strabordare, anche di più, è una fame insaziabile da tempo, un serpente che fagocita la preda: le sue stesse emozioni?

Impalpabile che prende forma, codificazioni orecchiabili a parole e sorrisi e gesti densi, dal sapore forte e maturo. Il vino come il sangue, scorre e ci unisce, legami ancestrali, mi familia..ritrovo la semplicità, di una cena, di una chiaccherata tra le campagne senza stridere di gomme o strombazzare di clacson, di sguardi intensi e fraterni e chiacchere sotto un cielo stellato..alzo gli occhi e una stella cade..esprimo un desiderio e so, che Ammazzademoni , la mia katana, la mia nuova compagna di viaggio, nelle Profondità dove le Ombre regnano, sarà al mio fianco nella realizzazione.

Torniamo al paese ,è tarda sera, nessun appuntamento con Morfeo, oggi no, mi ascolto, Scrivo nelle scale dove da ragazzo giocavo a carte, a pallone a inventarci giochi di ogni sorta..sorseggio una birra e, sono pieno, non triste non felice,pieno. La semplicità che tanto cerco, mi accorgo che l'ho sempre avuta in me, accanto a me..
E i gechi sul muro di pietra proseguono la loro caccia notturna.










Un angolo d,ombra, la scroscienta voce dell?argentino che scorre, odore intenso di piante di fichi. Un naturale silenzio, che silenzio poi, lo è solo per chi non vuole cogliere ciò che dice l'universo.
Sto bene, ma per quanto ciò mi rallegri so che non è qui il mio posto nel mondo, non so dove mi porterà ma so dove ora voglio essere, la mia sete di conoscenza, la mia fame di emozioni mi chiama forte.
Il grande maremmano bianco, Orso che dapprima mi ringhiava ora, mi solleva come a portarmi a cavallo,e anche il piccolo nero con la famigliola al seguito ora è slegato e riunito alla sua famiglia.
Ti ringrazio volpe che ieri hai tentato di uccidere le papere di Teresa, erano buonissime, anche l'anatra e la faraona, e spennarle e scuoiarle e spiumarne alcune per poi, tutti assieme cibarsene è stato succulento. Tengo nel cuore questo calore, le mie gambe come un ulivo piantato saldo sfonda la roccia e cresce, e io qualcosa ho dato, sì forse più di quanto pensi, ma tanto, davvero tanto ho ricevuto..

Scrivo sotto la grotta dove dimora una madonna, simile all XXI arcano maggiore dei tarocchi, LE MONDE, la cui femmina nuda avvolta da una seta blu ricettiva e una rossa attiva giace in piadi, quasi danzante dentro un ovale di piume, o forse foglie chissà..attorno a lei agli angoli un leone, un bue, un asino e un angelo attendono che esca e si realizzi.
Proprio qua attorno alla grotta, su queste montagne vi si narra la leggenda di un uomo che si trasformava in lupo nelle notti di luna piena, e a chi gli faceva un torto lui, scannava le pecore o le capre, questo meno di 40 annia fa, quando mio nonno e i miei zii vivevano ancora là.
Omaggio alla femmini nella grotta, accogliente, omaggio l'animale feroce sui monti, famelico e vorace e ora so, che entrambi sono sempre stati in me e quando lo riterrò opportuno darò la libertà a entrabi nell'accogliere e nello sbranare, per poi ricondurli nelle mie profondità...nelle mie grotte, tra le mie montagne selvatiche.















































OrsomarsoII















Esplorazioni sul fiume, avventuriero nelle profondità delle oscurità navigabili della mia anima,lascio che le carte parlino:
SI' , MA, E SIA..
SI' – LE BATELEUR I
Il Mago indica un inizio. Il ragionamento è rapido, non mancano talento ne astuzia, si deve soltanto agire. Questa carta indica anche le difficoltà di scegliere, di decidersi, di prescindere dal “tutto è possibile” che caratterizzano la giovinezza. Nella famiglia, o nell'universo psicologico è il ragazzo: quello che uno continua a essere pur avendo quarantanni, il ragazzo che uno ha allevato e che forse non vuole lasciare volare con le proprie ali, il ragazzo che si è incontrato e si può pensare di formare una coppia in cui tutto è ancora da inventare..è la carta dell'unità che deve scegliere un modo di agire.

Che sia il ragazzo che sto ritrovando? Quella parte della mia vita da cui sono stato a lungo distante e a cui, ora, mi sto riavvicinando? Sono venuto in vacanza per tutta la mia infanzia e inizio adolescenza, prima di scegliere una via distruttiva,una posizione imperativa di “o come dico io o niente!” Quì ogni cosa ora, appare molto più piccola di quanto io ricordassi, nello spazio e nel tempo mi sono espanso, prendendo il mio posto nel mondo ora. Qual alchimia cerco? La trasformazione del piombo in oro?o la trasformazione, in cui lecu e ombra possano convivere, e io con esse in un continuo dinamismo..

MA
L'AMOREUX VI
Questa carta ambigua ci spinge a farci domande sul nostro stato emozionale:come và la nostra vita affettiva?viviamo in pace o in conflitto con qualcuno? Facciamo quello che ci piace?quale posto occupa l'amore nella nostra vita? La situazione in cui ci troviamo affonda le radici nel passato? E quali? L'innamorato sarà a scelta uno dei personaggi della carta, le sue relazioni sociali potranno essere commentate dal consultante ma, qualunque sia la domanda, sarà utile ricordare che L'Innamorato centrale sarà comunque il sole bianco che illumina con i propri raggi tutti gli esseri viventi, senza discriminazione alcuna.

Eheheheh...chiaramente affonda le radici nel passato, come del resto tutta la nostra esistenza è frutto di scelte, e non scelte, passate. Attuo, non provo a farlo ma faccio, da mia madre a mio fratello e sorella con cui dopo “l'incidente” che a colpito mia madre sto risvegliando e accudendo i legami assopiti, le mie nipotine, le amicizie poche ma ottime ed ora a parenti e un secondo chakra perennemente in conflitto, come tutto il mio essere che tende un po' a un entropia involta.
Dono, ma...lo so qual'è il ma..ma non sempre ciò che ricevo coincide con ciò che cerco e desidero..ma..non mi accontento, mai.
Da poco ho smesso di leccarmi le ferite di un taglio importante, e ancora, con nostalgia faccio scattare la lingua dove c'era prima un dente, che un po' non vorrei farla chiudere, un dolore che mi fa compagnia? Il tempo comunque la chiuderà..

E SIA..
LE IUGEMENT XX
Sovente il Giudizio ricorda le circostanze di come il consultante abbia vissuto la propria nascita. Tutte le varianti di un parto problematico, di una gravidanza inquieta, di una situazione difficile che circonda la venuta al mondo possono avere costituito un ostacolo. Il consultante allora si potrà sentire o no, come un essere che non è stato desiderato, la cui nascita non è stata voluta. La nevrosi del fallimento, la disperazione, le difficoltà incomprensibili lo attireranno verso il basso, verso il fondo della tomba da cui è chiamato a uscire.
Il significato di questo arcano consiste nella scoperta, tramite una terapia o con altri mezzi, che chiunque nasce viene desiderato dall' Universo che ha consentito venisse generato.Le difficoltà che il consutante prova nei confronti del desiderio di vivere, della sua vocazione artistica o professionale, sono resistenze nei confronti della sua natura profonda, del grado di Coscienza che ci viene offerto dall'angelo.
Rimanda allo scaturire di un desiderio, di una vocazione, a una chiamata di qualsiasi genere. Ci ricorda che se non lo riconosciamo non siamo altro che morti viventi.
E' una carta di estasi, di rinascita profonda, di preghiera immediatamente esaudita in cui le energie discendono dal Cielo alla Terra: rappresenta l'ultimo passo prima della realizzazione totale de IL MONDO XXI.










mercoledì 29 maggio 2013

Vam..

Le nuvole come esperte di arti marziali si muovono senza che noi ce ne accorgiamo, mai rigide si avvolgono scontrandosi, un conflitto da cui grondano sudore sopra le nostre teste.

Mi sveglio con un sorriso nel cuore, un sorriso pieno di volontà e tenacia, la sera torno esausto sì, ma soddisfatto del giorno, e tutto prende un altra forma, senza una forma precisa ancora, forse questo mi affascina, l'ignoto, il non sapere cosa accadrà incuriosisce e spaventa al tempo stesso.

Questa dannata fatica da fare, per realizzare le cose, tramandata forse da una famiglia in cui farsi in quattro sul lavoro era il pane quotidiano. Un ego troppo randagio, un NO pronunciato, rifiuto e fuga..ma dove vai quando quello da cui fuggi è dentro te? E guardo la mia Ombra, l'abbraccio ma ancora sembra più forte di me. O forse lei domina me? Ancora un retaggio cristiano che ha cresciuto nelle brulle campagne i miei antenati, un pensare che solo con la fatica si ottiene qualcosa...e sì, penso alle scelte difficili che compio, con ostinazione e perseveranza anche non rendendomi conto che non posso buttare giù la montagna a cornate ma benchè molto meno di prima ancora, già ancora, forse continuo a non accettare, o non accettarmi?

L'osare di restare senza quattrini per pagare l'affitto, per la mia libertà di essere..come se all'Ombra che ho scoperto (o riscoperto?) si contrapponesse l'estremo opposto, quello che dice “fottetevi!”.
Non so se sia istinto di sopravvivenza o egoismo scriteriato, intollerante.o o forse un abitudine passata di rifiutare che a tratti, ancora sento forte..
Capita mai di non sapere quale parte ascoltare?non distinguere la luminosità del Sole da quella della Luna? Dovrei mescolarle ma sembrano essere mazzi di carte di diverse dimensioni e fattura, alcune doppie...e non posso giocare a giochi predefiniti, ma sì potrei inventarli? O forse scartare le carte doppie e giocare con le carte che ho..

Non so dove andrò, so dove sto andando? So che sarà dura...e a furor di popolo ripeto ciò che non vorrei..se parto con la convinzione che lo sarà mi indurisco, difficile avvolgere ancora, difficile lasciarmi fare forse perchè ho sempre dovuto fare io..malsana abitudine? Ma a volte le cose accadono certo, ma più spesso so che devo farle accadere..ma forse è un po' come il chi sao, devi sentire quando entrare, quanto forzare e quanto stare morbido e forte al tempo stesso. La via di mezzo..la normalità della complementarietà del Tao..

quale la luce?quale l'ombra?

La mente bluffa, finge di sapere ma le emozioni e il corpo non capiscono e quindi, a nulla serve,
cantava Gaber :” un idea finchè resta un idea è soltanto un astrazione”

Una fiammela che porta luce nel buio, o il buio permette alla fiammella di illuminare ciò che ha attorno? Dolore rabbia paura, gioia sconforto risorto, contorto amplesso complesso represso? Deliri oscuri o barlumi di luce? Dipendi da che parte guardi,ma ogni volta, il punto da dove guardi non è mai lo stesso e tutto muta, in un continuo divenire, ritornare, nascere e morire. Volare o schiantarsi al suolo, volare e schiantarsi al suolo? Volere assieme ma star da solo? Violare stride come un assolo? Valore o vile volea volare..

In cielo nuvole aprono la venuta della notte, tuoni s'odono. Senza fatica nel vento vengono spazzate a zonzo, tra i loro incontri gli orchi si prendono a colpi di mazze chiodate. Un tengu guarda oltre l'orizzonte, la terra trema roboando un lungo Vam....


l'illuminazione no giunge immaginandosi figure di luce, ma rendendo cosciente l'oscurità
C.G. Jung


domenica 21 aprile 2013

vivere


Una concatenazione di eventi, che alla sfiga non v'è mai fine, come recita la terza legge di Murphy:
“se qualcosa può andare peggio,stai certo lo farà”
e così ecco la solita escalation rocambolesca che so per certo,capita anche a voi, capita a noi tutti.
Penso si chiami “vivere”.
Se mi sparano un diretto sono io che decido come prenderlo,se prenderlo, se spostarmi e andarmene oppur rientrare con violenza; se un evento non mi sta bene sono sempre io, nella mia piccola esistenza di goccia in un immenso oceano scelgo, se cambiare,se farmi protrarre nell'orgoglio e tenere duro, se abbassare l'orgoglio,ingoiare merda e tenere duro non dimenticando di cercare un cambiamento,beninteso,nessuna via di fuga, solo altre strade da percorrere, porte da chiudere anche per sempre, altre da aprire.
Quando scegliere si può...a volte capita di dover nascondere un pugnale dietro un sorriso...
Porte, non finestre da cui lanciarsi esausti, da dove sono entrato se posso esco, se non posso mi apro un varco come fossi acqua? O come lava che brucia ogni cosa al suo passaggio...
Nel fresco del mattino, nei boschi dell'Ovest, taglio rami di ciliegio per omaggiare una vita, per illuminare quanto possibile l'esitenza di una donna che paga il conto alla vita, il karma le torna a boomerang. E fin qui tutto bene...

Cambi di rotta e cielo con nuvole vaganti, vento forte e improvvisamente tempesta, che mi sfida e mi chiede di danzare con lei e, non posso ne voglio tirarmi indietro. Pensare alla propria vita,nel mentre non dimenticare quella di chi ti è stato accanto, a suo modo certo, come ha saputo o meno fare, crescendomi.

Mastico un dolore mio in parte, amaro che sconvolge ancor più ciò che già sto sconvolgendo di mio per la mia esistenza, ora. L'antico motto buddista:
“nell'incertezza spacca tutto”
Tagli col mio katana, Kalashi , acciaio scintilla duellando nell'oscurità, giochi di morte, giochi d'amore. Tagli, che come dice Simo, non si possono più rimettere insieme.
Taglio ciò che mi intralcia e appesantisce il cammino, ciò che pesa troppo ora, tagli che daranno sviluppi in un prossimo futuro..
Estraggo Do e recido il cordone dell'affitto,marcirà entro sei mesi.
Mi aqquatto in posizione da combattimento,invito il mio avversario, lui viene credendomi scoperto ed io balzo, e taglio in kesaghiri un tempo indeterminato. Impalerom la parte superiore, terrà lontano gli avvoltoi e gli uccelli, permettendo ai nuovi semi di crescere. Una sorta di macabro spaventapasseri illuminato dalla Luna, un melodico battito d'ali di pipistrello si mescola a quello meno udibile di una libellula.

Ora crescono erbacce nel giardino delle paranoie, tengo salda la spada, non impugno il falcetto per tenere a bada gli infestanti, li lascio crescere, se si avvicinano li affetto. Ora non ho tempo per scacciare demoni da due soldi, ora ho altro a cui pensare. Ma so che cresceranno...

Mi capitano in mano vecchi scritti, risalgono all'ultimo decisivo cambiamento, quanto ho camminato...quanto devo ancora muovere i miei passi verso Ixtlan...e benchè mi possa sentir stanco so, che non ho tempo per la stanchezza...mi riposo un poco, mai abbastanza e incedo..passo dopo passo, esito, torno, dubito, scelgo,oso e mai facendomi portare dal vento..forse per questo fatico così tanto...
vivere, crescere e non si lotta mai slo con la forza di gravità...





martedì 9 aprile 2013

CACCIA A UNA PUBBLICAZIONE DEL LIBRO INEDITO: RACCONTI AL CREPUSCOLO


“Nacqui nel 1977, anno del Serpente, sotto influssi astrali di fuoco e di acqua e forse, proprio questa continua conflittualità insita in me, questo caotico brodo primordiale permette un continuo flusso di idee e sperimentazioni. Scelsi la mia via intorno ai 17 anni e iniziai a girare per l'Europa col mio flauto, il mio coltello e il cane.
Dopo un periodo di vagabondaggio durato una dozzina d'anni e in cui, per dirla alla Blade Runner: “Ho visto cose che voi umani non potreste neanche immaginare” mi sono fermato in Toscana, dove frequentavo molte allieve e allievi, dell'Accademia di Blle Arti di Carrara, fu lì che trovai modo di sviluppare ciò da sempre era insito in me, la passione per la scrittura.
Attualmente, 2013 vivo a sud di Milano, in un piccolo loft, dopo un periodo come Custode Sociale e uno ancor più breve a operare con gliHomless sono entrato a far parte di un progetto di integrazione con persone di etnia Rom, non disdegnando di operare saltuariamente come Asa.
Scrivo molto, e sto cercando di dar vita a uno spettacolo di strada creandolo da me, assieme a musiche e narrazione; dal 2008 frequento una Scuola di Formazione Guerriera (Z.K.N.R.) dove oltre a praticare del mio, varie Arti Marziali (Kenpo, Wing Chun, Tai Chi Chuan, Kenshindo) in un percorso di consapevolezza e conoscenza, non disdegno di aiutare l'amico e insegnante Celso Maffi nel suo corso Kenpo Bimbi e con cui assieme abbiamo fuso questo libro”.


Un insieme di racconti e poesie, accompagnato dalle illustrazioni di Celso Maffi :“Racconti al Crepuscolo”, perchè questo titolo? Il Crepuscolo è un incontro di massime energie nell'arco della giornata, dove la Luce prima di morire, al suo massimo culmine va ad abbracciare la nascita dell' Oscurità, luce e ombra come Yin e Yang non sono opposti come si crede bensì, essi sono complementari uno dell'altro. Così come l'essere umano necessita di conoscere la propria Ombra, il suo lato oscuro per poter vivere appieno la sua esistenza.

sabato 6 aprile 2013

hormonauts


Non ogni mattina, ma molte, passo il ponte viola, contemplo il Sole nascente, basso e di un arancione definito dai postumi oscuri della notte.
Con un grande cazzo di metallo penetro a fondo la città, Milano, vecchia puttana, gode solo lei. Ti fa credere di fotterla, ma costa cara e quando presenta il conto capisci che è lei a fottere te..
uno zingaro ubriaco, appesta il bus, indovinate dove sono gli unici posto liberi? Mi siedo,certo non gli volto le spalle, una scarpa vicino alle porte d'entrata,di certo la sua. Una curva e si spiaccica sonoro contro il vetro,continuando a dormire.
Tollerante Milano, ti fai pagare ma per ognuno hai tariffe diverse.

Nell'aria di un mattino dopo la pioggia, l'umidità penetra pungente oltre le vesti ma, quei 7 – 8° la rendono anche una piacevole fonte di risveglio, fresca rugiada.

Dormo poco e male e mangerei allo stesso modo se non avessi alle spalle le leccornie di cui ogni tanto mi deliziano due donne della famiglia, di una calabria old style, tra pomodori,salami e maiali veri.

Un ringhio silenzioso, come se un lupo volesse sbranare indistintamente tutti, più per un incomprensibile (o forse ?) istinto assassino, una animalità troppo a lungo repressa.
Vermi camminano, (noi lo chiamiamo strisciare ma sono punti di vista, per loro è camminare come san fare), sorpresi dall'asciugarsi delle acque, ciechi senza una direzione, ma a loro sta bene così.
Troppo simili a molti umani, ma pur sempre utili e fondamentali alla Terra, sono un ottimo concime dicono.
La foschia in Certosa non permette la vista delle cime del varesotto, non so bene che monti siano ma è un bello spettacolo a primo mattino scorgere quelle vette in lontananza, innevate,dall'appariscente cuore duro e puro come un cazzo dritto, per dirla alla Ferretti.
Un negrone con un bastone in mano viene verso di me,verrà dal dormitorio del 14 e starà andando a prendere il passante, incontri del primo mattino.
Prosegue ascoltando i miei femori che paiono come i pedali di una bicicletta, sorrido.


Chissà se lei sta dormendo ancora? Di certo sì, è una pigrona,una gatta..sembra passato mezzo secolo ma ci vuole poco a ricordare ai miei recettori il suo odore, il suo sapore zuccherino agreste.
La primavera gioca coi miei ormoni e il testosterone si diverte a far giocare la mente tra le moltitudini di forme di ogni fanciulla.


E qui in ufficio, dando donuts a colazione, nella quiete del cimitero interrotta solo dai bambini che intrepidi e mai stanchi implorano :”daime chai” .”daime briosce” sogno, cerco il cambiamento e non lo sto aspettare su una roccia, in mezzo al fiume, mi tuffo sfido le correnti senza sapere che sarà, l'incertezza del vivere.

Ora stacco, devo andare a mandar fuori un amico di un ospite che è dentro da troppo tempo..

Il progetto del legname? A molti Rom non interessa, solo 2 famiglie ne sono entusiaste, a caval donato non si guarda in bocca , o no? Ma non credo reggeranno 7 anni..questa è la durata del contratto e tanti i dubbi sul progetto proposto loro.




Solo una varietà di bruchi, nel cammino può divenire farfalla,liberarsi dal bozzolo che lo imprigiona e volare, vivere e poi morire.