sabato 19 gennaio 2013

sculture

Togliere,levare, paradosso in questà società che sprona ad accumulare, in cui devi avere per essere.
Via la striscia di capelli che stavo coltivando, non ne ho bisogno, è solo una zavorra di un tempo che fu,di quel bisogno di mostrare dimostrare; faccio spazio nel raggio attorno a me con la lama di un katana, tra accozzaglie di pensieri, cianfrusaglie effimere e reliquie di idee ormai stantie.
Lascio a terra il peso dell'orgoglio.

Solo con ciò che ho, che so, le mie capacità, le mie doti,l'intuito e il mio istinto brillano ora nella notte, come la stella che u tempo si chiamavo Lucifero segnava la rotta dei naviganti.

Suono un flauto e compongo con la compagnia di amico con la chitarra tra le mani.
Espando il Reiki, nonostante il mio scetticismo ne sto avendo prove tangibili dei suoi effetti benefici sull'uomo; scrivo senza un fin solo per diletto..
porto avanti le mie professionalità in campo sanitario e sociale, pratico sotto il livello del manto di catrame, tra sudore e risate la consapevolezza del corpo, delle mie emozioni, dei miei Demoni e dei miei Dei, dei miei stessi limiti.
Una ricerca continua di un centro di gravità nell'impermanenza del vivere e quindi anch'esso tale.
La risolutezza del conflitto che mai apporta soluzioni ma rimescola ogni cosa..
Le alchimie dell'acciaio di un katana, eros e tanathos nel percorre il Kenshindo.

Ma ciò che ho, seppur molto poiché questo sono, non mi basta, voglio il meglio e allora gli do maggior vigore, ci provo, lo, e al tempo stesso mi, riempio. Espando prendo il mio spazio come a cercare il mio posto nel mondo.
Peso e leggerezza non sono come li vorrei.
Accettare. La difficile Arte della cedevolezza, dell'acqua..
Ascolto dentro, fiumi di gioia scrosciano mescolandosi a torrenti di dolore, affluiranno nello stesso mare di emozioni.

“ogni notte andiamo a dormire con una tigre accanto, e non sappiamo se al risveglio vorrà leccarci o divorarci”.
Cavalcare la propria tigre.
Paradossale poiché una tigre non si fa cavalcare ma risuonano in me, come un Kangoosho, le parole di Aldous Huxley:

“La realtà non è ciò che ci accade, ma ciò che noi facciamo con quello che ci accade”.
Un figlio, una famiglia, la normalità e sì..con una visione poliedrica e anche irrazionale l'impossibile si trasforma in infinite possibilità...

giovedì 3 gennaio 2013

RIFLESSIONI DEL TERZO GIORNO DEL NUOVO ANNO 2013


Leggendo “il piccolo libro dell'Ombra”, un saggio di Robert Bly, mi rendo conto che il Stanismo altri non è che l'altra faccia della medaglia, opposta al Cattolicesimo. L'ultimo usa archetipi di luce, buoni sentimenti, repressione e divieti, l'altro i suoi opposti insiti nell'Ombra, la Bestia stessa ne è un esempio lampante dell'utilizzo di un animaltica selvaggia, aggressiva e troppo spesso al giorno d'oggi nascosta in cantina, insita in ogni essere umano da cui la Chiesa e la civiltà delle buone maniere ci hanno, a braccetto, allontanato.
Un sacerdote che sia bianco o nero non si differenzia di molto, se non per i metodi con cui soggioga e manipola gli adepti, che sia con false promesse (non so per certo e nemmeno loro credo) post morten o accrescimento del potere individuale in vita (vedi Dorian Gray) , si restringe in un semplice concetto: Setta.
Mi sale alla mente un filmato appena vista sula vita e il pensiero di Bruce Lee,a quanto dice:
“Nessuna Via è la mia Via”
Nel senso che nelle arti marziali non vi è un unico stile superiore agli altri poiché abbiamo tutti due gambe e due braccia, così a livello spirituale non esiste un credo assoluto,benchè molti si elogioni a possessori dell'unica verità e/o di un solo Dio; prendere ciò di cui ognuno necessita per la propria evoluzione fisica,spirituale e psicologica poiché dentro e fuori siamo sì tutti diversi ma anche tutti simili.
Perchè ora fermarci alla sola visione antropocentrica?gli altri animali forse si differenziano poi tanto da noi?credo di no; ognuno ha risorse e capacità proprie, vuoi per genetica o per evoluzione e acquisizione di esperienze, e lo utilizza per il proprio bene e del proprio gruppo,forse a parte molti umani che distruggono e uccidono solo per trarne profitto,vuoi economico o politico, per accumulare, qui credo stia uno dei più gravi problemi del mondo odierno e dell'uomo: l'avidità.

Pensiamo ad avere e non a donare,a riempire ma mai a svuotare, desideriamo vincere a ogni costo ma quanto sappiamo perdere? (e qui lo sto dicendo anche a me stesso, spesso stupido e tronfio di orgoglio) duri, inflessibili e dai muscoli pompati per omologarci alla società dell'apparenza, di chi ha, di chi sfoggia..edonisti pieni di timori, avidi Gollum o Scrooge che sia.

siete tutti uguali!volete imparare a vincere, ma non vi importa nulla di imparare a perdere, ad accettare la sconfitta.
Imparare a morire è liberarsi della Morte, bisogna svuotare la mente da ogni ambizione e imparare l'Arte di morire”.
Bruce Lee

mercoledì 2 gennaio 2013

la pietra filosofale


Un ticchettio incostante, andante allegro, tristemente vivace, scandisce il mio mattino, musica che mi ha cullato nel sonno, sinfonia che apre la giornata..ma non riesco a danzare leggiadro troppa ancora, la zavorra di rifiuti in questo nero sacco che mi porto in spalla, al suo fianco sorella Morte attende col suo sorriso perenne.
Carezze telefoniche, e quando ti accorgi di quanto hai ferito una donna a cui tieni, qualcosa crolla dentro..un dolore interno non paragonabile a quello fisico, molto, molto più intenso che scava e rivolta zolle ,penetrante come un vomere in un campo da arare..
Esternare le proprie emozioni, mi accorgo che può ferire,e rozzamente non me ne sono reso conto, difficili relazioni..quanti siamo complessi, quanto delicati come cristallo.

Stupido me, quest'orgoglio che prevale e mi rende spesso egoista, e se guardo indietro tanta la strada percorsa e gli ostacoli sormontati e i garbugli sciolti, ma dritto davanti ancora lungo il tragitto,sentieri irti di rovi, sottoboschi di emozioni soffocati dal tempo. Interminabili duelli col mio peggior nemico, che ben mi conosce poiché altri non è che me stesso.

Inutile cercare nel passato, nel presente devo attuare, plasmare e trasformare, anche, forse sopratutto cedere..e non incedere, come un cavallo coi paraocchi, come un bufalo infuriato, come un cane rabbioso, come gli squali ciechi dei miei sogni che azzannano anche me dilaniando le mie carni.

può un uomo cambiare il proprio destino?”
un uomo fa ciò che deve, fino a che il destino non si rivela”

tratto dal film L'ULTIMO SAMURAI

Chissà se esiste un destino? Non mi piace crederlo, vorrebbe dire che il copione delle nostre esistenze è già scritto, che siamo solo attori di un film che deve ancora uscire. No, mi piace pensare che giorno dopo giorno siamo noi stessi a scrivere la nostra storia, che l'inchiostro di ogni viaggio è nel nostro sangue e che anche un animale velenoso, o avvelenato può scrivere trasformando l'odio in amore. La ricercatissima pietra filosofale insita nel Nigredo. E cosa siamo noi, se non pura alchimia?

Alla ricerca di un centro di gravità permanente in questa continua impermanenza, equilibristi tra illusioni e verità, scultori nella notte, a cui non è concesso vedere con facilità il lato oscuro della Luna. Rimescoliamo le acque di continuo, affinchè non stagni la vita stessa, che il tutto scorra. Ma quanto spesso siamo come pietre e resistiamo a correnti, quaante altre come salmoni risaliamo le correnti stesse cercando il mare..quante ci facciamo trasportare dai flutti con leggerezza e consapevolezza che incontreremo l'inspiegabile, ciò che non conosciamo ciò che fa paura forse.

Dttor Jekill e mr. Hyde raramente sono assieme, ma se si potessero ritrovare, duellare e poi abbracciarsi esausti dopo lo scontro, e bere qualche calice di buon vino brindando alla loro loro unione..

se cerchi nella notte senza luna come trovi la tua Ombra? Senza Luce tutto è Ombra, e forse nella Luce di un sorriso illuminato dal pulsare del cuore, delle emozioni, lì devo cercare..ma come la fiammella di un cerino non è eterno..e nemmeno noi lo siamo..

martedì 1 gennaio 2013

fuori guardo dentro

Cazzo quanto vorrei essere su quell'aereo, non so dove vada ne m'importa, sarebbe comunque lontano da qua..
Solo le anatre muovono le acque gelide del lago, i salici saldi al terreno, portano il peso della loro naturale tristezza. Un pazzo con gli occhiali scuri fa jogging mentre cani si rincorrono sulla riva, io scrivo, coperti tutti dallo stesso Cielo.
Fuggire non serve quando le viscere ti attanagliano l'anima.

Guardo le anatre, le invidio un po', libere di volare e andare ovunque, in qualsiasi momento; topi del Cielo, come li chiama uno alle mie spalle con la famigliola e i cani, stridono in acuti, beati gabbiani.
Non ci sono corvi, nemmeno qualche taccola che spesso si vede a terra in cerca di semi, i freddo mi fa tremare.

Dove vado?
Non lo so né so se è dove voglio andare.
Dovrei imparare a farmi scivolare addosso le cose, a prendere tutto meno sul serio come u tempo, in cui mi bastava un flauto e la compagnia dei miei cani. Anche se col senno di poi, ra mi chiedo quanto realmente mi lasciassi scivolare gli eventi, se per una presa di posizione forte, dura, vivevo in quel modo? Ma tutto è mutato e anche io, e..ho trovato! Vado incontro alla mia Ombra.

Piove. Moltitudini di gocce muoiono nel lago o forse, continuano a vivere divenendo parte di esso.

Niente festeggiamenti per l'anno vecchio ne per il nuovo, sono uscito verso l'una, quando il caos di petardi si era un poco sedato, sono in andato in un birrificio qua dietro, tavolate piene, difficile trovare posto per una sola persona, nemmeno i viaggi fanno offerte per i single ma solo per coppie.
Due rosse, un rhum e guardavo danzare la folla, nell'unico tavolo che mi hanno liberato,quello che usavano per metterci le bevande e i vassoi i camerieri. Gente contratta che si agita senza alcuna fluidità, molti proiettano qualche film o video visto del loro attore cantante preferito, legati, ripetitivi...saranno consapevoli?no, credo di no. Nemmeno il burbero macho,che non balla e ha le spalle alte e in tensione si rende conto che lei vuole ballare? Gli danza attorno in tutti i modi ma non si allontana dal tavolo di lui..balli di guppo e giocajouer...incubo.

Nel cuore ancora lei, mi conosco bene e ho cancellato il suo numero dal telefono, sapevo che avrei avuto voglia di chiamarla, di sentirla,di parlarle..ma so bene che quando una stuoia,un corpo, un evento, sono stati tagliati in due, non puoi più rimetterli assieme, non puoi unirli e nemmeno sarebbero come prima, presto o tardi tornerebbero a dividersi.

L'Ombra di un anatra interamente nera pattina sullo specchio d'acqua, la osservo,alzo il capo e la vedo planare fluida dopo i volteggi ed entrare in acqua come una lama nelle carni, come un foglia che da terra torna ad attaccarsi al ramo, con una naturalezza spontanea.

Dove vado?
Alla ricerca della fluidità,oltre le resistenze, respirando a pieni polmoni, forse un femminile irato che cerca il maschile per placarsi, come Kalì,la nera Dea che per porre fine allo sterminio deve incontrare Shiva, il suo uomo che si finge morto appositamente per fermarla, e piangerlo, ritrovandolo, ritrovandosi..o più semplicemente devo ritrovare un equilibrio come dettomi dal XIII Arcano dei Tarocchi, Temperance, angelo che rimescola le acque, dal vestito rosso (l'azione) e blu (la ricettività) che lasciano intravedere un piede viola, i due colori uniti. Serpenti si allacciano ai suoi piedi,accarezzandosi, i poli sessuali ebbri delle energie telluriche. Due grandi ali, per spiccare il volo ma resta ben radicata al Terreno. L'unione degli opposti...