sabato 3 settembre 2011

Haiku in agosto

E’ accaduto qualcosa.

Nel week end sono sceso al Dao, dojo dalle forze Yin in cui nascono sempre degli ottimi scambi, difficili da trovare qua a Milano, essendoci una fauna prettamente maschile, a parte qualche femmina davvero motivata che nonostante le cariche intense di testosterone persevera nella pratica.

Ho voglia di ascoltare dei canti gregoriani.

Avevo il bisogno dello scontro,sia fisico che di spiriti in lotta tra loro..anche se poi ne prendo un sacco non importa, è proprio la necessità di scontrarmi non so se per misurarmi e mettermi alla prova o solo per le forti emozioni,è qualcosa che mi chiede corpo e spirito, non saprei definirlo meglio di quanto ho detto.

Nella Via della Spada quante le verità che incontrerò? Quante le menzogne? E mi chiedo se c’è veramente qualcosa che l’uomo non possa fare.Possiamo quanto lo vogliamo.

Stuoie sfregiate, corpi martoriati dai tagli ma vivi, un accontentarsi nell’infliggere dolore per poi togliere quella vita. Un non voler entrare che però peggiora la situazione impietosa per l’altro.

Esplodo e son dentro, sono corpo muscoli e sangue, sono carne viva e pulsante, sono acciaio tagliente e più rapido dei neuroni il taglio. L’osso di bambù con la carne di fradicia stuoia rimane incredula, per poi lentamente cadere attratta dalla gravità.

Non è il Mushin, non è assenza di pensiero ma piena consapevolezza del momento presente, è “io ci sono, qui e ora e solo questo conta, kokoro, cuore e acciaio”.

Intenzione.


Cito una storia, un haiku giapponese, l’ultima letta e la prima apparsami riaprendo, in Dao, il libro “la danza della realtà” di A. Jodorowsky:

l’alunno mostra al maestro una sua poesia:

una farfalla:

le strappo le ali

e guarda, un peperoncino!

La risposta del Maestro non si fece attendere.

“No, non è così ascolta:

un peperoncino:

gli metto le ali

e guarda, una farfalla!”.

Intenzione, crederci in una cosa e potrebbe anche accadere. Se non accade non siamo comunque rimasti a guardare.