mercoledì 14 dicembre 2011

Umido


Ritorno a casa, apro la porta della mia soffitta da 500 euro e l’odore di muffa mi invade. Cazzo!!

Una stamberga umida incompatibile alla vita, alla mia. Rane, blatte si sentirebbero in paradiso al contrario di me.

Giornata prima in auto poi, camminando e muovendomi coi bus per una grigia città piovosa, umida. Che ritorno accogliente..

Stamane gli esami del sangue a un ex poliziotto senza una gamba. Vado da H. a prendere gli scontrini da restituire per i buoni spesa datogli e mi passa una bolletta che non puo’ pagare. Non lavora, non gli han pagato neppure gli ultimi mesi nonostante sia caduto sul lavoro lesionandosi una spalla e la cervicale. Ma a lui è andata meglio che all’uomo arabo dagli occhi chiari, a cui il datore di lavoro ha fatto firmare il licenziamento..fece salire dagli emirati moglie e figli pian piano e in 10 anni stava costruendo la sua casa,pagando un mutuo e ora? Tutto come ghiaccio al sole. Tagli di luce, famiglia sfasciata e sogni infranti. La banca ovviamente sta riprendendosi la casa e lui ha da mesi lo sfratto. I Servizi Sociali lo aiutano pagando le bollette della luce..mi chiedo che senso abbia ma so che fra tanti assistenti sociali qualcuno in gamba ci sta pure.

La sua colpa, se di colpe vogliamo parlare, è non aver mai imparato bene l’italiano. Ma il datore di lavoro?

La mia vecchina preferita, che mi fa correre per inezie a volte, ieri, un cambio alloggio..finalmente. Stava al 6° piano senza ascensore e senza doccia. Ieri ha dormito nella nuova casa, e ce n’è voluto per convincerla a spostarsi. Peccato che la luce non c’era, il trasloco lo hanno fatto rompendo specchi e altre chincaglierie, senza attaccare cucina a gas e lampadario. Poco male, via in hotel con le insuline nel frigo di un umana vicina. Hanno cambiato alloggio anche alle colonie di scarafaggi che vivevano nei mobili.

Meglio a lei che alla signora in carrozzina da 10 anni al 5° piano senza ascensore che non si capisce come ma non si trova un alloggio per lei. Nemmeno per l’allettata del 4° piano si trova, fortuna che ha il marito..fortuna? non saprei conoscendo la storia.

E passo anche dall’Induista cristiana, gran donna che ora ha un età ma ha girato in lungo e in largo facendosi sempre un culo a capanna. Rinnovato il permesso di soggiorno con un lavoretto per altri 2 anni ma non è in condizioni di lavorare per problemi alla colonna e alle giunture del ginocchio, già operate più volte. Ma per lei l’invalidità ancora non c’è. Misteri di quest’Italia.

Misteri sì, di come la bettola in cui sto abbia avuto l’abitabilità, tanto per restare nei vagheggi.Il bagno attaccato alla cucina con solo una tendina misera che separa, e io che per lavarmi sbatto la testa e ogni volta che cucino dovrei mettere un caschetto di quelli gialli. Chiazze d’acqua ben visibili appaiono e scompaiono, il divano letto a terra che nonostante un tappetino di gomma la mattina lascia il guazzetto, oltre a far marcire il divano stesso a lungo andare. Una finestra gonfia e pregna d’acqua. Ma per fortuna ci sono due riscaldamenti, autonomi. (un salasso!!!)

Un termoconvettore e un grosso climatizzatore da muro che però quando li spegni del loro passaggio, in breve tempo non resta traccia alcuna.

Meno male che è arrivato il futon speditomi da Franci, ci ha messo un intera settimana!! Ma è qui.

I proprietari dicono che Milano è umida,e che una soffitta è sempre così! Pazzi.

In questa città tutti vogliono metterlo nel culo al prossimo e devi sempre essere pronto a tirar fuori la tigre, o vieni divorato.

1000 euro questo mese. Fatti i conti oggi sono arrivati e coi pagamenti non ci sono più. Ma io volevo vivere, questo è ciò che facevo prima, sopravvivere.

Prevedono neve nel week end. A gennaio me ne vado da qui e spero mi restituiscano la caparra, altrimenti…no nessuna minaccia. Fatti.

Oss!!

Giovanni


mercoledì 30 novembre 2011

RIFLESSIONI SU DI UNA SOLA ZAMPA



Un continuo sconvolgimento di emozioni, tutto improvvisamente arrivato, anche cercato di sicuro, e tanto,. Preso, con tutta la continuità delle sue onde.

Nuove scoperte di me, di quanto e cosa è mettersi in gioco in una relazione, l’emergere dell’istinto animale che lotta per la propria femmina. Dinamiche di 2, quando da serpente ho pensato sempre e solo a me, “sono così”, il pirata che non lega, solitario per i mari dell’esistenza che saltuariamente si univa e faceva gruppo ma con botti di rhum e musica in legami di una notte o di piccoli viaggi.

Amo l’impermanenza dell’esistere, anche se ancora qualcosa c’è che mi blocca e fa lo sgambetto (io stesso?) ancora tergiversare ci metto tempo a patteggiare con me stesso e il mondo che ho attorno (di una magnificenza disarmante quanto tragicomico e surreale spesso). Basta che mi fermo a guardare che da aprile che lavoro e per tempo ho continuato a dormire in dojo, un tergiversare per cercare di partire con prezzi secondo me accessibili umanamente. Cercavo una casa a 300, poi una stanza che osta meno (una stanza in condivisione durata quanto una eiaculata precoce) . Una bronchite che mette alla prova non solo il mio corpo e il ritornare in dojo quando pensavo ormai di avercela fatta e cercare di lottare ancora..

Poi son salito col prezzo e nonostante ciò arrivando a 500 euro ho trovato comunque una soffitta, che per quanto carina è umida e fredda..un solaio rimesso in sesto che non si scalda mai, non mai, d’estate sicuramente sarà un forno. Ma ci stà, è una continua lotta.

Sì che la vita è un continuo scorrere, e se trovi un centro di gravità devi esser pronto a cambiarlo,ad accettarne il cambiamento se trovi una casa a 350 dopo che ti dicono che è tua e se la riprendono continui a lottare. Nelle relazioni di lavoro ogni giorno è un conflitto, bene?male?

Una donna con cui finisce la storia, un'altra, meravigliosa leonessa, quanto complessa in cui tuffarcisi senza risparmiarsi e via..in un continuo fluire...nuove scoperte su me col lavoro spalle e anche, e nuovi movimenti minimali a togliere e subito interrotti, nuova casa, un divano letto..e ora raggiunto ciò è tutta da sistemare, chiudere spifferi e rattoppare finestre. E si fa. (forse spifferi da chiudere anche nella mia IO-casa?)

Che la vita è breve per continuare a rimandare, e ho già vissuto nelle carni quanto lacerano le decisioni prese tardi, quanta fatica richiedono e quante porte chiuse, alcune con la serratura bloccata dal tempo Ma anche questo ci sta, scelte.

E nonostante il tergiversare che ancora è presente in me, anche oggi ho comprato un pacchetto da dieci raccontandomi la storiella “devo smettere”, cose che so che voglio fare, ma rimando..ma fino a quando?

E nuove evoluzioni dell’essere coppia, nuove pieghe e chiusure immotivate e si rimescolano i legami, anche le amicizie, o meglio, ci si conosce sempre di più e i pareri mutano a seconda dei comportamenti.

E quando ti illudi di avere un po’ di stabilità metti un piede in fallo e..hai una zampa fuori uso.

La Gru, con cui abbracciai la Terra, iniziando a stare nei conflitti, la stessa Gru con cui i primi atterraggi furono rovinosi e forse, sempre la Gru che ora mi chiede di imparare a stare su una sola zampa..

Consapevolezza dei miei limiti? Su una zampa sola è un modo per stare risparmiando energia? O anche un modo per imparare a stare in scioltezza nei conflitti? A stare, nel qui ed ora sempre più intensamente poiché sempre più intenso è.

giovedì 20 ottobre 2011

e in autunno fu il tempo della primavera...





Seminario kenshindo al Monastero


Un silenzio innaturale.

O, altri suoni minimi e naturali, di cui noi, uomini del 2000 abituati al caos cittadino, abbiamo come perso memoria? Un ritorno all’essenza.

Passeggio stringendo la mano di Francesca, è quasi sera e stiamo perlustrando un po’ il posto. Attorniamo il monastero e un albero lascia cadere un suo frutto al nostro passaggio. Un omaggio? Mi volto e la raccolgo, è una noce.

La noce, che deve prima marcire affinché poi se ne possa degustare il frutto.

E noi scendiamo nell’Ombra per poter risalirne con nuovi semi da piantare.

Spogli di ogni maschera, con una fiaccola dinanzi a noi per far luce nel nostro profondo. Tocca a me tagliare, nel tameshigiri ed ecco, un ragno. Mi si pone davanti come a salutarmi, gli porgo il mio dito facendogli sentire la mia presenza e lui si arresta, per poi riprendere il suo cammino. Io mi alzo, riprendo il mio.

La mia luce è spenta. La candela si è consumata.

Nel respiro ho scoperto il mio fuoco, non ho bisogno di fiammelle, il fuoco è in me.

Nuova consapevolezza.

Come il bambino appena uscito dal feto, che respira l’aria per la prima volta e gli brucia come il fuoco nei polmoni..così scopro che l’aria può danzare assieme al fuoco..un ritorno all’essenza.


sabato 3 settembre 2011

Haiku in agosto

E’ accaduto qualcosa.

Nel week end sono sceso al Dao, dojo dalle forze Yin in cui nascono sempre degli ottimi scambi, difficili da trovare qua a Milano, essendoci una fauna prettamente maschile, a parte qualche femmina davvero motivata che nonostante le cariche intense di testosterone persevera nella pratica.

Ho voglia di ascoltare dei canti gregoriani.

Avevo il bisogno dello scontro,sia fisico che di spiriti in lotta tra loro..anche se poi ne prendo un sacco non importa, è proprio la necessità di scontrarmi non so se per misurarmi e mettermi alla prova o solo per le forti emozioni,è qualcosa che mi chiede corpo e spirito, non saprei definirlo meglio di quanto ho detto.

Nella Via della Spada quante le verità che incontrerò? Quante le menzogne? E mi chiedo se c’è veramente qualcosa che l’uomo non possa fare.Possiamo quanto lo vogliamo.

Stuoie sfregiate, corpi martoriati dai tagli ma vivi, un accontentarsi nell’infliggere dolore per poi togliere quella vita. Un non voler entrare che però peggiora la situazione impietosa per l’altro.

Esplodo e son dentro, sono corpo muscoli e sangue, sono carne viva e pulsante, sono acciaio tagliente e più rapido dei neuroni il taglio. L’osso di bambù con la carne di fradicia stuoia rimane incredula, per poi lentamente cadere attratta dalla gravità.

Non è il Mushin, non è assenza di pensiero ma piena consapevolezza del momento presente, è “io ci sono, qui e ora e solo questo conta, kokoro, cuore e acciaio”.

Intenzione.


Cito una storia, un haiku giapponese, l’ultima letta e la prima apparsami riaprendo, in Dao, il libro “la danza della realtà” di A. Jodorowsky:

l’alunno mostra al maestro una sua poesia:

una farfalla:

le strappo le ali

e guarda, un peperoncino!

La risposta del Maestro non si fece attendere.

“No, non è così ascolta:

un peperoncino:

gli metto le ali

e guarda, una farfalla!”.

Intenzione, crederci in una cosa e potrebbe anche accadere. Se non accade non siamo comunque rimasti a guardare.

giovedì 11 agosto 2011


Ideologie, ricerche di libertà che non si rendon conto d limitarsi, come un cavallo coi paraocchi, un gufo con la congiuntivite. Ribellarsi, un giusto processo di crescita, ogni animale esce dal nido per crescere, per andare in contro alla vita prendendo decisioni, questi ci fanno crescere. Un divenire adulti autodiretti.
Mi verrebbe da narrar del mio passato, ma mi son ripromesso di non guardare spesso negli specchietti retrovisori quando viaggio nei tornanti sui passi di montagna..e allora ,meglio godersi la fredda aria che rinfresca i polmoni tra le nubi che gonfie si rincorrono in questa continua impermanenza, dilettandosi come cuccioli di tigre a lottare senza sfoderare i mortali artigli. Il gioco, il bambino che in me mi chiama. Voglia di entrare nel mio profondo, andare su alti picchi, accendere un fuoco, io il mio cane e il coltello..residui di un arcaico cacciatore archetipico, così celato eppur così vivo.
Sete di passione, fame di carni che ora cedono le danze a uno spirituale errante, cercatore di perle nelle profondità dell'animus,dell'anima..il mio? parole, a volte inutili erbe per carnivori, che a nulla servono per quietare i tormenti della fame, una fame di sangue e carne, una sete di conoscenza e di emozioni.. e quel lato oscuro, da cui la società di consumi insegna a allontarci, civilità di consumatori.L'animale che la Chiesa insegna essere la Bestia, il demonio..ma siamo sempre noi. Ci insegnano a scindere noi stessi, dividendoci anzichè unirci. "Crocifiggi l'uomo, tre chiodi e sarà tuo" Ferite ataviche, di Amfortas..il vecchio Re. E Parsifal è in azione..

giovedì 28 luglio 2011

Danze di carne e acciaio


Tutto torna.
Inconsciamente oppure no, è arrivata stamane. Dopo una settimana di attesa, ama già farsi aspettare. Al galoppo della bici la porto a casa, con me, finalmente soli.
Inizio a spogliarla , armato del mio coltello, stando ben attento a non affondare troppo la lama nella vesti che la contengono. Taglio quà, un taglio là e due per così. e Strappo via l'involucro.

La accarezzo e la tengo ben salda, con fare sicuro e sento che a lei piace.
Snella e agile, differente da KalaShi, la Nera.
E proprio nel giorno del mio 34° compleanno.

Dapprima la sguaino, fuori dalla saya e ascolto.
Mi trasmette tristezza, come di una donna che non è stata amata e considerata quando e quanto ne aveva di bisogno. U a donna trascurata. Una lama usata solo per qualche tameshigiri, molata alla bell'emeglio, frettolosamente.

Un senso di accudimento, prendermi cura di..
del suo cuore non più affilato?

Stupore nel chiamare il ragazzo che me l'ha venduta e scoprire, che ciò che sentivo, era reale. Lui basito,mi ha confermato tutto.
Quanto può l'acciaio esprimirsi?
Alchimia degli elementi.

Nel pomeriggio l'ho portata in dojo e abbiamo danzato. Si vede che la usava per tagliare, aveva una forte voglia di tagliare..o forse l'avevo io?
Un attrezzo a suo dire, al telefono e io subito lì, polemico a dire la mia.."l'ho sentito prendendola che è così che l'hai sempre considerata. Un attrezzo."
silenzio.

Ora ci penserò io a lei.
http://imageshack.us/g/809/dscn1177p.jpg/

Mentre KalaShi necessita un forte presenza, qualcuno che gli tenga testa, ne regga la possenza lei, che ancora non ha un nome abbisogna di dolcezza, del suo tempo, si deve fidare..un lavoro che ricorda la maieutica di cui sere fa parlavamo a proposito del dojo..
Presto il Matsuri.


Un gran bel giorno, passato tra i colleghi (uno, poichè son tutte femmine eheheh) e danzando con questa nuova compagna di viaggio che ancora nome non ha. Molto simile a me, la mola ha bruciato e non si può recuperare al 100 ora..sempre a che fare col fuoco.
OSS!!

domenica 24 luglio 2011