Quanto può rimanere l’acqua senza stagnare?
Una bella rimescolata ci vuole spesso, afinchè tutto
continui il suo scorrere imprevedibile di gioie e dolori ma almeno l’acqua non
sarà torbida,melmosa e riotterrà la trasparenza che è sua.
Così la vita, i nostri demoni alzano muri e noi, e io mi
ritrovo in conflitto per non continuare ad alzare stupide e inutili barricate,
ben conscio che ripararsi è solo un frutto marcio di questo demone d’orgoglio.
Muri alzati a fin di bene da altri? Chissà, sempre muri, ma
con un fine diverso e spesso non conta il mezzo. La morfina,l’oppio sono muri
per i problemi, sono sempre muri ma se usati con coscienza in un malato
terminale gli consentono di attenuare i suoi dolori. Un coltello? Utile per
tagliare salame e pane e formaggio. Cacciare. Ma si può facilmente uccidere con
l’acciaio.
Mezzi, ne giusti ne sbagliati ma atti all’uso che se ne
vuole fare.
Il potere dell’acciaio, la continuità nel non fermarsi a un
taglio di stuoia che la vita scorre e gli eventi e gli avversarsi sono un
continuo, così come le amicizie e gli incontri, così come la stessa esistenza,
primavera impertinente, impermanente impermanenza che entra rinnovando lo
sbocciare di ogni cosa.
Il Katana, regina delle profondità, forgiata dagli elementi
tutti.
Tagli a due che senza sinergia e fiducia reciproca
significano due morti semplici.
Una mescolata alle acqua prima che intorbidiscano.
Ferire e non riuscire a entrare e un muro posto dalle
incomprensioni e un altro muro dal mio stupido orgoglio. Combattivo crescere.
Umiltà si oppone a rabbia e chiusura.
Il serpente predatore egoista e solitario versus la gru,dal
cuore pacifico e le ali pronte ad accogliere.
Sarei morto se il mio compagno non tagliava.
Sera.
Arrivo tra i Rom alla struttura in cui li ospito. Provato
dal giorno e dalle notti precedenti.
Ognuno di loro, ogni piccola o grande famiglia è un mondo a
se, pieno di contraddizioni e diversità.
Questi ultimi sono molto socievoli, gentili, a ogni mio “non
possiamo” lo acceattano con umiltà.
Sono basito, tanto da pranzare assieme assieme a loro e
cenare e chiacchierare la sera e il giorno di loro di me dei problemi che
riscontrano.
Due forze nuove le giovani fanciulle,dolcissime quanto
tenaci come solo chi pensa di poter salvare il mondo. Beata innocenza. Bella al
sentirsi però. Speriamo che la consapevolezza e la vita poi, non le indurisca
troppo.
Finito di cenare, mentre riordino in cucina viene a trovarmi
una gatta grigio nera che spesso in questi giorni vedo gironzolare. Mi guarda e
ha fame.
Apro il frigorifero o torno con un piatto di spezzatino del
giorno prima, mi dirigo dietro ai cassonetti e..sorpresa!!due cuccioli di poche
settimane.
Torno in cucina a rincarare la dose di carnazza e..si sono
moltiplicati. 3 piccoli cuccioli coi colori della madre e uno bellissimo
leopardato in bianco grigio e nero. Resto affascinato.
Giovani selvatici, randagi.
La Franci al telefono mi dice di prenderne uno.
Esito.
Mi piace troppo che conservino la loro libertà, i loro
istinti e stiano con la madre. Non riuscirei mai e privarli di una tale
bellezza, del loro “essere”.
E penso che così si dovrebbe fare coi rom, accettarli per
ciò che sono senza progetti di integrazione davvero ridicoli i irrealizzabili
ma creando campi atti al loro “vivere”.
Quanta umiltà e accettazione ci farebbe bene..
Un altro ragazzo regalava un lucertolone australiano ma dopo
aver visto i filmati sul tubo mi si è straziato il cuore. La loro natura è di
predoni dei deserti australiani come potrei relegarli in una teca?la reputo una
castrazione. Così l’idea di averlo, velocemente cede il passo alla volontà del
mio cuore.
Molte sono le votle che vorrei affettare col katana persone
o situazioni, non sono un santo ne lo voglio diventare. Mi sento semmai
luciferino, portatore di luce nell’oscurità, l’angelo caduto dalla noia
dogmatica del paradiso. Mi dicono che dovrei iniziare a considerarmi un angelo?
Ma la luce non brilla alla luce quanto un fuoco nella notte.
Forse il Sole non illumina l’oscurità spaziale? Deliri. Filosofeggianti deliri
da animale randagio.
La spada stessa vive di umiltà, stando nel fodero fino al
momento di essere sguainata..ma ritorniamo al solito “mezzo” e all’uso che uno
fa..
Riempio di latte i piatti vuoti e li porgo ai cuccioli, sono
in tre stamane che ristringono l’un latro addosso alla madre.Ognuno guarda in
una della 4 direzioni.
Volevo un gatto e ora nutro una piccola famigliola, nessuno
possiede nessuno. E va bene così.