giovedì 20 ottobre 2011

e in autunno fu il tempo della primavera...





Seminario kenshindo al Monastero


Un silenzio innaturale.

O, altri suoni minimi e naturali, di cui noi, uomini del 2000 abituati al caos cittadino, abbiamo come perso memoria? Un ritorno all’essenza.

Passeggio stringendo la mano di Francesca, è quasi sera e stiamo perlustrando un po’ il posto. Attorniamo il monastero e un albero lascia cadere un suo frutto al nostro passaggio. Un omaggio? Mi volto e la raccolgo, è una noce.

La noce, che deve prima marcire affinché poi se ne possa degustare il frutto.

E noi scendiamo nell’Ombra per poter risalirne con nuovi semi da piantare.

Spogli di ogni maschera, con una fiaccola dinanzi a noi per far luce nel nostro profondo. Tocca a me tagliare, nel tameshigiri ed ecco, un ragno. Mi si pone davanti come a salutarmi, gli porgo il mio dito facendogli sentire la mia presenza e lui si arresta, per poi riprendere il suo cammino. Io mi alzo, riprendo il mio.

La mia luce è spenta. La candela si è consumata.

Nel respiro ho scoperto il mio fuoco, non ho bisogno di fiammelle, il fuoco è in me.

Nuova consapevolezza.

Come il bambino appena uscito dal feto, che respira l’aria per la prima volta e gli brucia come il fuoco nei polmoni..così scopro che l’aria può danzare assieme al fuoco..un ritorno all’essenza.